Alla mia principessa randagia
Un altro giorno senza te.
Sono stati 15 giorni duri, fatti di notti insonni, lavoro, veterinario, medicine e pianti.
Ieri mentre tornavo a casa, c'era un tramonto bellissimo, di quelli colorati rosa e rosso con le nuvolozze grandi grigie, si vede spesso il cielo così dopo una giornata di pioggia incessante, e poi c'erano le montagne in lontananza...
Una sensazione di pace assoluta, di quiete dopo la tempesta, di pacatezza e tranquillità.
Mi sono detta, un altro giorno senza te, un altro tramonto che non potrai vedere, un altro tramonto che non vedremo insieme.
Mi manchi.
Dolce, curiosa, buffa, simpatica, ribelle, rispettosa, ubbidiente quando volevi, timorosa, delicata, mai invadente.
Per ben 10 anni sei stata la mia compagna di vita, sempre pronta ad ascoltarmi, nei miei crolli emotivi, nelle mie battaglie, nelle mie scelte, nei miei fallimenti sentimentali...eri con me semplicemente sempre.
Sono stati 15 giorni duri, fatti di notti insonni, lavoro, veterinario, medicine e pianti.
Ieri mentre tornavo a casa, c'era un tramonto bellissimo, di quelli colorati rosa e rosso con le nuvolozze grandi grigie, si vede spesso il cielo così dopo una giornata di pioggia incessante, e poi c'erano le montagne in lontananza...
Una sensazione di pace assoluta, di quiete dopo la tempesta, di pacatezza e tranquillità.
Mi sono detta, un altro giorno senza te, un altro tramonto che non potrai vedere, un altro tramonto che non vedremo insieme.
Mi manchi.
Ogni volta che tornavo c'eri tu, eri Casa, eri Famiglia, era una certezza trovarti in giardino che scodinzolavi e mi venivi incontro con le tue orecchie lunghe e gli occhioni dolci da furbetta.
Adesso è diventato il momento più difficile della giornata.
Dolce, curiosa, buffa, simpatica, ribelle, rispettosa, ubbidiente quando volevi, timorosa, delicata, mai invadente.
Per ben 10 anni sei stata la mia compagna di vita, sempre pronta ad ascoltarmi, nei miei crolli emotivi, nelle mie battaglie, nelle mie scelte, nei miei fallimenti sentimentali...eri con me semplicemente sempre.
Ci sedevamo nella panchina e pensavamo.
Io nel mio mondo umano e tu nel tuo mondo canino.
Io con i miei problemi, tu con le tue paure.
Scegliere se dovevi morire o continuare a vivere è stato dilaniante.
Morire significava che non ti avrei più rivisto, non ti avrei stretta a me le volte che avrei voluto.
Vivere significava vederti soffrire, e rimandare la morte di qualche giorno o mese, seppur fisicamente ti avrei avuta con me, quella non era la vita dignitosa che ti meritavi.
Non era vita.
Quindi dovevo scegliere tra soffrire e soffrire.
Tra il non averti più oppure egoisticamente averti ma sofferente.
Ma chi sono io per decidere se dovevi vivere oppure no?
Io che ti ho salvato dal canile, io che ti avevo accudito, portato al mare, coccolato durante i temporali e tenuto la zampa alle tue visite dal veterinario...dovevo decidere di farti morire.
Una scelta crudele, una scelta responsabile, una scelta da mamma, una scelta importante per un altro essere umano.
Ho scelto quella di vederti volare via sotto il mio sguardo che era più spaventato del tuo, tu eri stanca di vivere così, e io ero stanca di vederti così.
Le persone che ho accanto mi dicono che era la cosa giusta da fare, che è stato un atto d'amore regalarti la possibilità di lasciare questo mondo in maniera dolce, nel sonno.
Alla fine è la morte che tutti vorremmo, morire nel sonno senza soffrire.
Ma nessuno parla di chi resta.
Ma...Come posso convincere me stessa?
Ora prevale quel sentimento ingestibile: il dolore.
Ma...Come posso convincere me stessa?
Ora prevale quel sentimento ingestibile: il dolore.
Il dolore di cuore, fatti di pianti a singhiozzi, di fotografie, di video, quel dolore che ti fa sentire in colpa quando ridi e non pensi a lei.
Quel dolore che a volte pensi sia ridicolo provarlo per un animale. Ma forse è ridicolo non provarlo, non parlarne perché si ha paura del giudizio altrui… perché alla fine "era solo un cane" è una frase troppo superficiale e banale.
Non ci sarà giorno che ripenserò ai tuoi occhi che si chiudono lentamente, e non ci sarà giorno che ripenserò a tutte le giornate passate insieme nel giardino sotto il sole davanti al portone.
Mi ricorderò la prima volta che hai imparato a correre, alle tue scappatelle con Argo, al tuo odio nei confronti dei ciclisti e alla tua paura dei cacciatori, al tuo amore per i bambini, al tuo essere randagia e libera.
Eri grata per questa vita, lo so, si vedeva dal tuo comportamento delicato mai invadente nei nostri confronti, forse avevi paura di ritornare dietro le sbarre di un canile.
Le cose che ti ho voluto dire te le ho dette venerdì sera, quando sapevo che sarebbe stata forse l'ultima notte insieme.
Eri salita sul divano scodinzolando perché sapevi che era una cosa proibitiva e che te l'avrei fatta fare.
Grazie per essere stata con noi.
Da oggi ti porterò con me a guardare il tramonto, e quello che mi hai lasciato ed insegnato cercherò di tenermelo bene a mente.
Il tempo mi restituirà un po' di tranquillità,
i ricordi strapperanno sorrisi pieni di nostalgia,
ma il vuoto che hai lasciato nel mio cuore è lì,
e sarà per sempre solo il tuo.
Tua per sempre Silvia.
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