Tra leggende e realtà - I 5 LAGHI IMPERDIBILI del TRENTINO ALTO ADIGE




Quando parlo del Trentino Alto Adige, la prima cosa che mi viene in mente è il fascino e la bellezza delle montagne, racchiuso in unico nome: le Dolomiti! 
Lo straordinario valore paesaggistico e naturalistico delle Dolomiti è stato riconosciuto nel 2009 dall'UNESCO Patrimonio dell'umanità. 

Un tesoro inestimabile e un orgoglio per tutti noi italiani.


Il Trentino, visto dal satellite, è una regione interamente montuosa, ed oltre alle bellezze dolomitiche quello che riusciamo a vedere è una terra ricca di acqua; forse la regione con la più alta concentrazioni di laghi , se ne contano circa 297 tra alpini e artificiali, ognuno diverso nella sua particolarità. 



Ho avuto la fortuna di vederne diversi, da quelli più sperduti come il lago Antermoia, a quelli più piccoli come i laghetti di Lusia e i laghi di Cornisello; i grandi classici come il lago di Garda (il lago più grande d'Italia), Lago Fedaia e il lago di Molveno; ed infine quelli meno conosciuti come il lago di Toblino e il lago Smeraldo.

 

Molti ancora ne ho molti da scoprire, come ad esempio il lago di Resia, il più grande specchio d'acqua nella provincia di Bolzano.


Qui di seguito troverete la "classifica" dei cinque laghi che secondo il mio gusto sono i più belli del Trentino! 
Ogni lago custodisce una sua leggenda, una sua storia da raccontare e da tramandare di generazione in generazione, vicino al caminetto acceso con la copertina di lana, mentre fuori nevica… 


Storie e leggende che rendono questi laghi ancora più affascinanti, avvolti nel mistero tra realtà e fantasia…

Se siete pronti scopriamo insieme i magnifici 5!




LAGO DI CAREZZA

Ai piedi del Latemar e del Catinaccio, custodito come una perla tra i fitti boschi,  Carezza è un piccolo lago alpino che si trova nell'alta Val d'Ega a 1.534 metri nel comune di Nova Levante.
Di una bellezza disarmante, il lago è uno specchio d'acqua dove è possibile vedere il riflesso delle montagne, il colore dell'acqua è in continuo mutamento, a seconda della stagione si possono ammirare diverse sfumature, e questa particolarità lo rende magico!





Numerose sono le leggende altoatesine che vengono raccontate sul lago di Carezza, ma quelle più conosciuta è quella della bellissima Ondina, una ninfa che abitava nelle acque profonde di questo lago.

Ogni giorno all'alba, la ninfa amava sedersi sul ciglio del lago e cantare, la sua voce così sensuale invaghiva tutti i viandanti che transitavano per il passo di Costalunga. Con la sua dolcezza ed eleganza finì per far innamorare il burbero mago del Latemar, che passando di lì ne fu subito attratto. 
Il suo amore per la ninfa divenne insistente e minaccioso, poiché non era ricambiato, anzi, lei adorava la solitudine e la sua vita tranquilla nelle acque trasparenti del lago. 

Un giorno il mago, recidivo e caparbio, su consiglio della strega del Catinaccio, fece apparire sopra al cielo del lago un bellissimo arcobaleno allo scopo di attirare l'attenzione della ninfa Ondina. 

Quest'ultima uscita dalle acque, ammirò lo splendido spettacolo che aveva di fronte; non servì a nulla il travestimento del mago, la ninfa  spaventata dopo averlo riconosciuto fuggì e scomparve nelle acque profonde del lago.

Da quel momento nessuno la vide più e ne sentì la sua dolcissima voce. 

Il mago furioso e deluso distrusse l'arcobaleno in mille pezzi e lo gettò nel lago. 


Ecco perché ancora oggi nelle acque del lago di Carezza si rispecchiano tutti i colori dell'iride. 



LAGO DI BRAIES


Oltre ad essere famoso per la sua bellezza, il lago è diventato particolarmente noto per la serie televisiva "Un passo dal cielo" girata nella Valle di Braies a 1.496 m.
Affascinante d'estate con le sue barchette in legno e la varietà di colori, romantico d'inverno, dove un velo di ghiaccio ricopre le acque del lago.
Il più bel lago alpino delle Dolomiti, o forse il più conosciuto...comunque sia è un posto dove per incanto diventi protagonista di una bellissima fiaba.





La leggenda narra che le montagne di Braies un tempo erano abitate da "selvaggi" buoni, uomini non curati nell'aspetto esteriore ma buoni d'animo che passavano la maggior parte del loro tempo alla ricerca di pietre preziose e oro per poi costruire oggetti di valore.
La valle di Braies era frequentata anche da pastori, che portavano gli animali a pascolare nei prati fioriti intorno al lago, un giorno avvenne così l'incontro tra i diversi abitanti delle montagne di Braies.
I selvaggi in segno di pace e di rispetto regalarono ai pastori oggetti preziosi come anelli e collane, senza voler niente in cambio.
I pastori stupiti e affascinati da così tanta abbondanza non si accontentarono più di regali, ma con il passare del tempo diventarono avidi, desiderosi di ricchezza e finirono per prendere d'assalto gli accampamenti dei selvaggi rubando e saccheggiando tutto l'oro e le loro ricchezze. 
I selvaggi per difendere il loro tesoro dai pastori aprirono le fonti sotterranee, le acque si unirono formando un bacino d'acqua inghiottendo i loro beni. 

Il lago così formato, separava la valle dei pastori dalle montagne dei selvaggi, da qui il nome Lago Selvaggio di Braies. 

LAGO TOVEL 


All'interno del Parco Naturale Adamello - Brenta, a 1.178 metri, si trova un laghetto alpino speciale, un miracolo della natura: il Lago di Tovel !
Chiamato anche il "Lago rosso", merito della fioritura di un'alga durante la stagione estiva che rese le acque del lago di un colore rossastro. Il fenomeno naturale delle acque rosse non si vede più dal lontano 1964, probabilmente in seguito a diversi cambiamenti, tra cui l'assenza di vacche in alpeggio, infatti le alghe si nutrivano delle deiezioni di queste ultime.





Diversamente dalla teoria scientifica, la leggenda del lago rosso che gli abitanti della Val Rendena amano raccontare è quella della principessa Tresenga, figlia del Re di Ragoli.

La principessa dopo la morte del padre, venne chiesta in sposa da molti pretendenti, ma ella con il suo caratterino li rifiutò tutti. 
Uno di loro, Lavinto il re di Tuenno, era il più cocciuto e superbo che provò in tutte le maniere a conquistare il cuore della principessa,  ricevendo solamente rifiuti. 
Ferito nell'orgoglio il giovane re, non ci pensò due volte, messo da parte il sentimento d'amore che nutriva nei confronti di Tresenga, radunò tutto il suo esercito e decise di marciare su Ragoli e raderla al suolo. 
Tresenga, informata delle intenzioni distruttive del re Lavinto, riunì al castello tutti i suoi sudditi chiedendo loro se preferissero vederla andare in sposa al re di Tuenno o iniziare a combattere una battaglia lunga e sanguinosa.
Il popolo di Ragoli si schierò a fianco della giovane principessa, pur di salvaguardare la libertà e di avere un re rispettoso e stimato.

La battaglia si consumò lungo le sponde del lago di Tovel, l'esercito di Tuenno era indubbiamente molto più forte e preparato, che ben presto tutti i cittadini di Ragoli e la sua amata principessa furono uccisi.
Il sangue di Tresenga e quello di tutto il popolo di Ragoli si riversò nelle acque del lago Tovel, ogni anno in occasione dell'anniversario della battaglia, per incanto le acque si colorano di rosso in memoria di quella giornata funesta. 


LAGO DI MISURINA 

Passeggiare e rivedersi nelle acque limpide del lago, tra pensieri nascosti e sogni ancora da realizzare; sulle note della canzone di Baglioni  rivivere la leggenda di Misurina in un luogo magico, circondato dalle bellissime Dolomiti di Sesto a 1.754 metri.


La leggenda narra che una bimba di nome Misurina figlia del re Sorapiss, all'età di sette anni venne a conoscenza dell'esistenza di una fata che viveva sul Monte Cristallo. La fata possedeva uno specchio magico, il quale aveva il potere di leggere i pensieri di chiunque vi si specchiasse.
Il re Sorapiss pur di far contenta sua figlia, rimasta orfana di madre, chiese lo specchio alla fata supplicandola, fino a tal punto di scendere ad un compromesso assai crudele. 
La fata aveva un bellissimo giardino ricco di fiori e piante sul monte Cristallo, ma l'eccesso di sole appassiva tutta il suo boschetto.  
In cambio dello specchio, Sorapiss doveva accettare di essere trasformato in una montagna, che fungeva da riparo e da ombra al giardino della fata. 
Sorapiss spinto dal senso di colpa di voler vedere felice la sua figliuola, accettò la condizione  posta dalla fata e iniziò la sua trasformazione per divenire una montagna.
Misurina che era una bambina capricciosa e irriverente, sapendo del patto non si scompose, anzi era entusiasta del gesto generoso del padre.
Con in mano lo specchio, la bambina si accorse in fretta, della trasformazione del padre e si ritrovò improvvisamente in cima alla montagna.
Colta da un capogiro precipitò nel vuoto sotto gli occhi di Sorapiss che purtroppo vide la fine tragica della sua bambina, le lacrime del povero padre erano così tante ed incessanti che formarono due ruscelli, i quali si unirono fino a formare un immenso lago. 
Lo specchio cadendo si infranse tra le rocce e i frammenti furono trascinati per tutta la valle dalle lacrime del re. 

Il lago si chiamò Misurina, tra leggenda e realtà è facile perdersi nei pensieri di chi si riflette nelle acque a specchio del bellissimo lago. 


LAGO DI RESIA 


Un posto che inserisco nella mia travel wishlist del 2019.

Guardo le foto di questo lago con il campanile sommerso e sono affascinata, un posto romantico ma allo stesso tempo malinconico immerso nella Val Venosta. 
credit to https://www.comune-italia.it/foto-curon-venosta.html
Nella stagione invernale, quando il lago diventa completamente ghiacciato è possibile arrivare piedi al campanile.
Purtroppo quello che vi racconterò non è una leggenda, è una storia triste e drammatica, infatti il campanile della chiesa di Santa Caterina è l'unica cosa che è rimasta del piccolo paese di Curon. 

Tra il 1948 e il 1950 la grande compagnia elettrica Montecatini fece costruire una gigantesca diga per unire i laghi di Resia e Curon sacrificando una parte del paese.
Terre coltivate e case sono state sommerse, molte famiglie si trasferirono altrove, provando a ricominciare da zero, altri andarono nella parte alta del paese di Curon, ma tutti ne uscirono distrutti. 
Di tutto l'antico borgo si salvò il campanile della chiesa, che non poté essere abbattuto in quanto protetto dalle Belle Arti.

Un ricordo di un paese sommerso, che ormai non esiste più.

Le campane sono state rimosse nel 1950, prima dell'allagamento, la leggenda narra che ancora oggi sia possibile sentirle suonare e che nella loro voce ci sia tutto il dolore di un paese cancellato.


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