Sono veramente pochi 12 giorni per visitare il Cile e la Bolivia; due paesi che hanno così tanto da offrire che neanche una vita intera basterebbe per vederli!
La natura in questa parte del mondo è stata generosa, esplosiva!
Day by day, insieme al mio diario di bordo, ripercorreremo questo fantastico viaggio da San Pedro de Atacama verso Uyuni.
Già nel solo deserto di San Pedro de Atacama le escursioni da fare sono veramente infinite; si possono visitare, tra le tante cose, la Valle de la Muerte, Valle della Luna e le numerose lagune ognuna con il suo segreto da scoprire..
Se siete incontentabili, curiosi e avventurosi, almeno un briciolo di quanto lo siamo noi, allora dovete ritagliarvi qualche giorno per spingervi a est ed esplorare uno spicchio di Bolivia.
Tutte le agenzie che trovate lungo calle Caracoles, la strada principale che attraversa San Pedro di Atacama, organizzano ad esempio il tour del Salar de Uyuni, dove avrete la possibilità di trascorrere tre giorni e due notti e rimanere a Uyuni tappa finale del tour, oppure scegliere l'opzione quattro giorni e tre notti per poi concludere il tour a San Pedro di Atacama.
Leggendo le guide su questo tour, mi è rimasta impressa una frase della Lonely Planet dove appunto scriveva:" per molti può essere un'avventura e per altri un vero incubo".
Che sarà mai... la gente non si adatta, mi dicevo tra me e me.
Vi assicuro che non è una passeggiata, è un'avventura into the wild.. nel vero senso della parola.
Come un fiume in piena vi voglio spaventare, raccontandovi tutta la verità, senza tralasciare niente, giusto per testare il vostro spirito di adattamento.
Il programma esiste, ma viene sconvolto dal fattore 1, ovvero da madre natura.
Se, ad esempio, nevica potreste avere difficoltà a raggiungere le frontiere; e così, come è successo a noi, inizierete ad abbandonare l'idea di riuscire a prendere il volo di ritorno verso casa.
Internet?
Sconnessi per tutta la durata del viaggio.
Internet?
Sconnessi per tutta la durata del viaggio.
I bagni?
Qui si chiamano bagni inca… facile intuire cosa significa!
L'acqua non è potabile.
L'acqua calda è un lusso!
I riscaldamenti non esistono.
...DAVVERO non esistono...
L'altitudine?
Un fastidio da non sottovalutare.
Detto questo, vi posso garantire che si può sopravvivere, anzi una volta tornati alla civiltà apprezzerete tutto con maggior consapevolezza.
Visto che le condizioni non sono così confortevoli, è stato difficile scegliere l'agenzia e il tour organizzato a cui dare la nostra fiducia, soprattutto leggendo le recensioni negative che le persone scrivono una volta tornati dal tour del Salar, che fanno venire molti dubbi sull'affidabilità e sulla serietà delle agenzie.
Noi abbiamo scelto l'agenzia dall'Italia, pagando in loco e facendo un piccolo briefing il giorno prima della partenza. Tra le tante abbiamo scelto Cruz Andina Traveller.
Mai scelta fu più azzeccata!
Ovviamente, questa è la nostra esperienza e non garantiamo che per tutti sarà tutto sommato positiva come lo è stato per noi.
Abbiamo scelto il tour di quattro giorni e tre notti, pagato con dollari americani cambiati in città e consegnati il giorno prima della partenza per un totale di 220 euro a testa. Nel tour era compreso il transfer dalla città al confine con la Bolivia, il sacco a pelo termico (per fortuna!), il pernotto ed i pasti.
Ci hanno detto di prendere qualche soldo boliviano per il visto, i souvenir, per andare nei bagni a pagamento e giusto per averne un po' in tasca in caso di emergenza!
Siamo partiti da San Pedro molto presto a bordo di un van che ci ha prelevato direttamente nel nostro campeggio Domos Los Abuelos; viaggiamo con altre due coppie di nazionalità brasiliana.
Nella fase di scelta del tour abbiamo scelto la guida in spagnolo, con un piccolo supplemento potevamo scegliere anche la guida inglese, ma ci siamo affidati al nostro istinto e lasciati guidare dal fatto di entrare in relazione con il territorio.
Vabbè, in poche parole non parlando perfettamente spagnolo ci siamo buttati, e siamo caduti bene!
La nostra guida cilena ci ha accompagnato fino alla frontiera, ci ha aiutato con le pratiche del visto, ci ha intimorito parlando dei controlli molto rigidi dei poliziotti cileni che amano darsi un tono di superiorità e che non vanno contraddetti! Ma con noi italiani.. aimè.. sfoggiano una simpatia .. da brividi lungo la schiena: "Ah italiani! jamme jà, funiculì, funiculà! funiculì! no Mondiali? " (cit.)
Tralasciamo questo teatrino simpatico e con se la frontiera cilena!
Con il nostro van ci fermiamo a metà strada tra la frontiera cilena e quella boliviana, la famosa terra di nessuno!
Questo è un posto d'incontro per i tour organizzati dove avviene lo scambio di viaggiatori che passano dai van cileni alle jeep boliviane.
Ed è proprio qui che conosciamo la nostra guida boliviana, colui che ci accompagnerà per tutto il tour del Salar de Uyuni.. lui si chiama Mario, per gli amici Super Mario, e con il passare dei giorni è diventato per noi il nostro Papi!
Mario è un buon uomo boliviano, anziano e simpatico, forse non eccelle per essere una guida turistica professionale come tanti altri ragazzi preparati e con mezzi migliori, ma è spiritoso, il miglior driver boliviano ma soprattutto è riuscito a creare in tempo record una bella sintonia all'interno del gruppo.. tanto da iniziare a considerarci una grande famiglia multietnica.
Pronti a questa avventura non lo si è mai del tutto, le meraviglie che abbiamo visto sono talmente tante che è difficile fare un elenco di nomi precisi.
Si vagava nell'altipiano andino senza meta, o meglio, forse per noi era senza meta; viaggiavamo per ore in jeep senza vedere nemmeno un'indicazione e.. nemmeno una strada, ne luci, ne segnali stradali.
Questa parte di Bolivia è impossibile da esplorare autonomamente, è difficile orientarsi, ma Super Mario conosce questo posto come le sue tasche, e anche nei non rari momenti di difficoltà come nebbia, neve o vento forte non si è mai fatto vedere spaventato, diversamente da noi!
Questa parte di Bolivia è impossibile da esplorare autonomamente, è difficile orientarsi, ma Super Mario conosce questo posto come le sue tasche, e anche nei non rari momenti di difficoltà come nebbia, neve o vento forte non si è mai fatto vedere spaventato, diversamente da noi!
Bando alle ciance, dopo questa breve introduzione, vi porto a conoscere e a scoprire un pezzetto di Bolivia, quella autentica e inesplorata. Lo farò attraverso delle foto e un diario di bordo dove ho appuntato nomi, (molti dei quali sbagliati) e sensazioni.
GIORNO 1
DA OLLAGUE A VILLA MAR
Dopo aver caricato i bagagli e fatto una breve colazione nella terra di nessuno, partiamo con la nostra jeep 7 posti per la Bolivia.
La prima sosta avviene poco qualche chilometro percorrendo la strada 701, in un piccolo paese di transito dove è possibile andare al bagno, rigorosamente a pagamento, mangiare qualcosina e avere la possibilità di fare due passi ammirando gli altopiani andini con i loro vulcani e vette inaccessibili.
Prima vera tappa del nostro tour è quello che proprio i nostri occhi volevano vedere un lago nascosto e blu, davanti a noi la LAGUNA TURQUIRI.
Una strada sterrata e polverosa ci porta direttamente alla VALLE DE LAS ROCAS, delle rocce di formazione vulcanica che il vento ha modellato assumendo delle forme curiose che ricordano animali, tra le tante spicca il volo del Condor.
Per il pranzo ci fermiamo a Villa Alota, un piccolo pueblo nel dipartimento di Potosi, mangiamo in un ristoro molto spartano, qui troviamo anche altri gruppi di viaggiatori ed altre jeep che come noi si sono fermati per mangiare.
Si mangia tutti insieme, ognuno con il suo gruppo e compagni di viaggio; a preparare il pranzo ci pensa il nostro fantastico Papi, che non ci fa mancare nulla, un pasto caldo ricco composto principalmente di verdure e quinoa, di cui vi assicuriamo vi stuferete anche voi prima della fine del viaggio.
Ripartiamo per il CANYON DELL'ANACONDA dove chi non ha problemi di vertigini può vedere la grande spaccatura della terra e un grande fiumiciattolo che si aggroviglia prendendo le sembianze del serpente.
Spazi infiniti e distese di rocce dal colore rossastro, il cielo azzurro e tanti chilometri macinati, tra lo stupore e incredulità: la natura ha fatto un miracolo!
Per il pranzo ci fermiamo a Villa Alota, un piccolo pueblo nel dipartimento di Potosi, mangiamo in un ristoro molto spartano, qui troviamo anche altri gruppi di viaggiatori ed altre jeep che come noi si sono fermati per mangiare.
Si mangia tutti insieme, ognuno con il suo gruppo e compagni di viaggio; a preparare il pranzo ci pensa il nostro fantastico Papi, che non ci fa mancare nulla, un pasto caldo ricco composto principalmente di verdure e quinoa, di cui vi assicuriamo vi stuferete anche voi prima della fine del viaggio.
Ripartiamo per il CANYON DELL'ANACONDA dove chi non ha problemi di vertigini può vedere la grande spaccatura della terra e un grande fiumiciattolo che si aggroviglia prendendo le sembianze del serpente.
Tra l'infinito ci fermiamo a fare un piccolo trekking alla LAGUNA NEGRA, chiamata anche laguna misteriosa che possiede un fascino tutto suo.
Questa è stata la parte più bella di questa giornata, una camminata dopo tante ore di jeep era quello che il nostro corpo richiedeva.
Camminare sopra ad un manto di muschio verde, tra i rivoli d'acqua gelida, un paesaggio che toglie il fiato, la vegetazione, il silenzio, le rocce giganti che racchiudono questa laguna dal colore scurissimo.
Gli animali che hanno la fortuna di vivere qui, sono per lo più volatili, saltellano nelle acque basse della laguna, convivendo con i simpatici roditori andini del deserto che si arrampicano ovunque, conigli giganti che qui si chiamano viscachas.
Continuiamo questa avventura scattandoci i primi selfie, assaggiando le foglie di coca per combattere la sensazione di spossatezza dovuta all'altitudine superiore ai quattro mila metri.
Nel deserto ci fermiamo nella città ITALIA PERDIDA, "Città perduta di Italia", composta di blocchi giganteschi di lava pietrificata. Mario ci racconta che il nome Italia perdida gli è stato attribuito dopo la scomparsa di 5 ciclisti italiani che, esplorando la zona, non hanno più ritrovato la strada di casa e si sono persi. Questa è la storia che ci ha raccontato Mario, noi riscontri non ne abbiamo trovati su internet, ma è stato un bel racconto. :)
Il primo giorno in terra boliviana termina qua, alle 17.00 ci fermiamo in un rifugio a Villa Mar.
Quindi la parte bella è terminata, è il momento di adeguarsi ed adattarsi a trascorrere la prima notte in un posto che pare essere stato abbandonato da Dio. Qui arriva la mia prima e "unica" crisi.
Le temperature scendono di molto sotto lo zero, la S-fortuna ci fatto avere una camera doppia.. senza finestre.. senza riscaldamenti (ovviamente).. e con il bagno fuori. E quando dico fuori intendo fuori fuori, sotto le stelle..
a si, chiaramente senza acqua calda!
Per l'altitudine mi è venuto un leggero mal di testa che neppure un Oki, è riuscito a farmelo diminuire.
L'unica cosa che mi rimane da fare è prendere il toro per le corna, quindi reset e cerchiamo piano piano le soluzioni per risolvere questi problemi.
La camera senza finestra è stata una cosa positiva in fin dei conti, sicuramente è risultata essere più calda rispetto alle altre, addio spifferi di aria gelida.
Il bagno fuori senza doccia? Va benissimo, oggi faremo la doccia con le salviette rinfrescanti che abbiamo portato e rimandiamo a domani la questione "igiene".
Il mal di testa? Non c'è cosa migliore che un the caldo al mate, due chiacchiere in portoghese misto italiano, misto spagnolo, misto inglese... misto etc etc... con i nostri compagni di viaggio aspettando la cena, che sarà tipicamente locale; difatti abbiamo mangiato spaghetti all'ITALIANA!
* NdS: Oggi, comodamente da casa, con acqua calda corrente e termosifoni bollenti a disposizione, posso dire che era tutto facilmente superabile! 😀
to be continued...
Nessun commento:
Posta un commento