E’ ufficialmente iniziata la stagione delle passeggiate e
dei trekking , con queste belle giornate di sole oggi vi porto nell’entroterra
pesarese, vicino ad Acqualagna, capitale
del tartufo, siamo a pochi passi dal suggestivo
scenario della Gola del Furlo.
Il nostro sentiero non è stato pianificato prima, ne
consultato su cartine e mappe, ma ci è
stato suggerito da una signora del posto che abbiamo conosciuto la mattina
stessa nel centro storico di Acqualagna mentre facevamo colazione.
Il sentiero che intraprenderemo ci porterà in vetta e per
arrivarci ci sono diversi punti di partenza: dal paese di Sperlonga Bassa, oppure arrivando
in auto fino al Santuario della Pelinga, o come noi, che avevamo poco tempo a
disposizione, dal Chiosco delle Aquile di Pietralata, ma attenzione non c’è un
parcheggio ben definito!!
Siamo a 545 metri d’altezza, il nostro sentiero parte da
quello rimane del borgo di Pietralata e da una mappa dove ci indica che il
sentiero da seguire è il 446, e per arrivare dobbiamo prendere lo sterrato sulla nostra destra e proseguire per circa 1
ora e 40 minuti.
Costeggiamo la montagna rocciosa e sbirciando tra i rami
possiamo già intravedere lo scorcio della vallata sottostante.
Manteniamo la destra quando il sentiero sembra dividersi,
superiamo la sbarra e prendiamo per buona l’indicazione dell’unico cartello GOLA
DEL FURLO.
A dire la verità siamo perplessi e indecisi, forse dovevamo
proseguire nell’altro sentiero, ma comunque siamo aperti a qualsiasi cambio
programma.
Sentiamo un rumore di foglie, forse una lucertola, forse no,
eccolo che velocissimo ci attraversa uno scoiattolo impaurito che si arrampica e
si rifugia in uno dei tanti alberi del bosco.
Curiosi di trovare indicazioni arriviamo per l’appunto ad un
altro bivio, a questo punto lasciamo la strada principale che prosegue poi per il
paese di Sperlonga Bassa e ci addentriamo in un piccolo e stretto sentiero di
sassi, mancano ancora 0.40 minuti.
Ci riposiamo qualche secondo in un grosso spiazzo al sole, proprio
davanti alla segnaletica del sentiero , le frecce ci indicano che si può
proseguire per il Monte Pietralata con il sentiero 446 oppure per il Rifugio
Furlo.
Seguiamo il 446 verso sinistra e iniziamo a salire bruscamente, la vegetazione si fa sempre più bassa e dopo diverse curve e ripide, il sentiero si restringe fino ad arrivare nella
vasta distesa del Monte di Pietralata.
Finalmente arrivati!
Qui il panorama è fantastico, vediamo tutto le vette intorno
a noi dalla dorsale appenninica con le vette del Cucco, del Catria,
del Petrano e
del Nerone, per poi
spostarci a nord-ovest con i sassi Simone
e Simoncello, il Carpegna e Montecopiolo, fino alla prorompente
rocca di San Marino.
Oltre al panorama che ci affascina, a lasciarsi senza parole
è la presenza di 1 no 2, no 3, di una mandria di cavalli selvatici, saranno
almeno una trentina.
Io
sinceramente non ho mai visto cavalli senza padrone, senza un recinto, liberi e
non sorvegliati, quindi la curiosità mi ha
portato a documentarmi e tra gli articoli sul web sono riuscita a scoprire che sono
ex-cavalli da lavoro, cavalli da traino in pensione diciamo. Si dice che il
proprietario li abbia abbandonati sui monti marchigiani, e che in corso ci sia un
contenzioso tra la comunità montana e l’ex allevatore. Mi allontano da questo
discorso che sembra essere complicato e delicato, chiedendomi come dei cavalli si
possano difendere dall’inverno e dai lupi che frequentano le montagne.
Silenzio
Pace
Tranquillità
Spazio indefinito
La sensazione che il tempo si sia fermato.
Ci sentivamo di troppo, come degli spettatori invadenti, come
degli intrusi dentro un quadro..
Di solito nei dipinti di un tempo i cavalli selvatici venivano
rappresentati in galoppo, coinvolti nelle battaglie, imbizzarriti, ripresi in
movimento per esaltare la bravura del pittore e per ritrarre la bellezza e
l’istinto ingovernabile dell’animale.
La natura invece ha voluto regalarci attimi di pace.
La natura quando dipinge lascia tutti senza fiato e senza
critiche.
La natura oggi per noi ha dipinto un quadro senza
precedenti, i protagonisti sono i cavalli selvatici, tranquilli e docili in
perfetta armonia con l’ambiente intorno, i colori della tavolozza intensi e che
cambiano in base alla luce del sole che va e viene dietro le nuvole.
Bastano pochi secondi e i colori del quadro si trasformano e
si mescolano, le nuvole diventano sempre più scure minacciando un acquazzone,
il verde invece si accende sempre di più con gli ultimi raggi di sole, dovrebbe
piovere a momenti..ma noi proseguiamo ancora dritti, non siamo sazi di questa
di questo spettacolo che fa bene all’anima.
Un piede dietro l’altro senza far rumore, con la mia reflex sono
riuscita a fare degli scatti qua e là, ci spingiamo più avanti e rimaniamo
ancora di più stupiti dalla vista che ci si apre di fronte.
Tutta la costa davanti a noi, le colline e l’azzurro del mare e la sagoma
del Monte Conero in lontananza: il Paradiso.
Dopo un fugace pic-nic ripartiamo verso la macchina, siamo
soddisfatti di questa escursione decisa all’ultimo minuto e di non aver preso
nemmeno la pioggia!
2 commenti:
Piccola correzione scusami,i luoghi che hai citato sono :spelonca bassa, santuario del Pelingo ,per quanto riguarda i cavalli, hanno dei ricoveri per l'inverno
Bellissima esperienza da poco vissuta.. I cavalli sono ancora la, li ho solo sentiti nitrire tra gli alberi alla fine della salita prima delle praterie sommitale. Favevano oltre 32 gradi stavano all ombra del boschetto.
Grazie di avermi riportato a quelle immagini di puro splendore.
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