Come ogni anno ad Agosto, la Fata delle Dolomiti si veste di rosso ed è pronta ad accogliere una delle feste più tradizionali e tipiche della Val di Fassa: la Festa di Turchia.
Bandiere turche svolazzanti, sultani e odalische che sfilano in abiti orientali nelle stradine del paese, artigiani tirolesi che lavorano il legno davanti al portone di casa, si respira aria di festa in un clima euforico ricco di musica, cibo e balli di folklore.
Due culture diverse che si abbracciano e si mescolano.
Quella ladina e quella mediterranea.
L’Oriente e l’Italia.
Il Rione Turchia è uno degli angoli più caratteristici in stile ladino di Moena, con fienili decorati, legnaie che sembrano capolavori, fiori colorati e sculture in legno.
Durante la festa è possibile visitare ex stalle e fienili chiamati in lingua ladina tabià , il meglio conservato e il più bello è il rustico Tabià Copeto, abbellito con fiori, utensili e attrezzature in legno del tempo.
Durante la festa è possibile visitare ex stalle e fienili chiamati in lingua ladina tabià , il meglio conservato e il più bello è il rustico Tabià Copeto, abbellito con fiori, utensili e attrezzature in legno del tempo.
Datato 1567 il Tabià del Bronza è visitabile nei mesi estivi di luglio ad agosto, al suo interno è allestita la mostra della fauna a cura dell’associazione cacciatori di Moena, potete divertirvi e riconoscere tutti gli animali che popolano le nostre montagne!
Festa o non festa, a Moena, non potete farvi sfuggire una romantica pesseggiata in questo antico quartiere dove la leggenda del soldato turco, tramandata dalla gente del posto, vi affascinerà e vi porterà indietro nel tempo.
“La leggenda narra che nel 1683, anno dell’assedio di Vienna da parte dell’Impero Ottomano, un soldato turco, dopo esser stato fatto prigioniero nella capitale austriaca, riuscì a fuggire e girovagando raggiunse Moena, nel rione che un tempo era battezzato “Ischiazza”. Il turco, ferito e ormai allo stremo delle forze, venne generosamente soccorso dagli abitanti della zona che gli prestarono le loro cure fino alla sua guarigione. L’aiuto e la generosità della gente fece sì che il turco decise di trasferirsi definitivamente a Moena, in questo stesso rione che in seguito prenderà il nome di Turchia.”
Incredibile, ma a Moena c’è un pezzo di Turchia, che ogni anno i moenesi sono orgogliosi di festeggiare.
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