Cammino inglese - FENE > PONTEDEUME

Tratto dal mio fedelissimo Diario di viaggio


24 maggio 2016
Fene - Pontedeume
km stimati 10


Una dormita bella pesante e il dolore alle anche è quasi scomparso del tutto.
La mia sveglia era programmata per le 7.30 invece alle 6.40 Giorgio ha iniziato ad accendere le luci a modo discoteca e quindi niente mi sono alzata.
Ho fatto una grossa risata e premetto che non avevo ancora mangiato niente, quindi generalmente sono insopportabile!
Invece sono entrata nel mood giusto della pellegrina e di quello che è il cammino.

Rispetto, condivisione e accettazione.

Tutto quello che viene è perché deve essere così.
Ho perdonato subito Giorgio, dopo che al bar mi ha detto che mi vedeva bella e raggiante, ecco un complimento è sempre bello riceverlo, soprattutto quando pensi di aver lasciato la tua femminilità a casa, sopra al comodino.

Alla televisione del bar dicono che pioverà, e così è stato poco dopo la partenza.

Attraversiamo il centro di Fene, arriviamo al lavadoiro di Mundin e prendiamo la strada in salita che ci porterà in un bosco fitto di eucalipti da un profumo che ubriaca i polmoni!


Inizia a piovere pesante e l'unico tratto riparato è il ponte dell'autostrada, Giorgio cammina svelto con l'ombrello, io mi riparo sotto il mio kway.
Volevo ascoltare la musica, ma ho preferito sentire il rumore dei miei passi, la pioggia che cadeva insistente sul mio cappuccio, quasi a scandire ogni mio pensiero.
Le gocce scendevano sul viso, fino arrivare alla bocca, alcune erano più salate, avevano un gusto strano, erano lacrime... per un attimo mi sono sentita in perfetta sintonia con la natura, con la pioggia.
Eravamo una cosa sola, un tutt'uno.

Mi risuona nella mente una domanda fatta da mia madre prima della partenza :
"Se piove che fai?"
E io risposi perplessa:
"Se piove...cammino"

La risposta che avevo dato a mia madre, continuava a rimbalzarmi tanto che iniziavo a ripeterla a bassa voce, in un certo senso mi aveva illuminato e trasmesso pace.

La pioggia finirà.

I momenti brutti passano devono passare.
Deve essere così.
E per quello che ne so, io comunque, nonostante tutto camminerò.



Il paesaggio cambia rapidamente, mi ritrovo come per magia in un posto incantato : la praia de Magadalena a Cabanas!
Una spiaggia selvaggia, peccato che piove, sicuramente sarebbe stato bello rilassarsi sotto la pineta.

Io sono completamente fradicia, quindi la sosta decido di farla in un supermercato.
Mi riposo un pochino, compro dell'acqua, mi asciugo come posso e mi cambio i calzini. 
Riprendo la strada asfaltata, passo la rotonda ed ecco subito in lontananza il Ponte sul fiume Eume, qui si apre un bellissimo scenario: sono arrivata a Pontedeume.



Dopo il ponte girando a destra, sulla sinistra in uno dei portoni accanto al Mercato del pesce si trova l'albergue di Pontedeume.
Mi ritrovo con Giorgio, tutti e due provati dalla pioggia leggiamo che prima delle 16.30 la struttura non apre, sono solo le 11.00 come facciamo?
Proviamo ad andare al Municipio, magari ci aiutano, infatti ci aprono l'albergue e possiamo rimanere lì che poi più tardi passerà una signorina per il sello e il pagamento.
Entriamo in questo stanzone soppalcato con  20 letti a castello e due bagni.



Ci asciughiamo, stendiamo i panni bagnati e indossiamo qualcosa di caldo.
Le bustine di plastica qui sono state fondamentali, tutti gli indumenti erano asciutti nonostante l'acqua presa.


Giorgio però decide di ripartire, non vuole perdere tempo, così dice, quindi ci siamo salutati con un abbraccione e scambiandoci gli indirizzi, alla vecchia maniera! 
Gli dispiaceva lasciarmi da sola, ma questo è il suo cammino e questo è il mio cammino.

Liberi da tutto e da tutti.
No limiti, no doveri.

Io invece ho deciso di fermarmi qui, è arrivato il momento di non pensare più a macinare km senza avere un attimo per guardarmi intorno.
Spenderò questo pomeriggio facendo vita da pellegrina con annesso outfit : i famosi sandali con il calzini!


Pontedeume è un paese piccolo e grazioso, in poco tempo si riesce a fare un giro delle attrattive più importanti come la Chiesa di Santiago del XVIII secolo, il ponte sul rio Eume e la Torre de los Andrade.


Mi fermo un attimo al Cafè Martino di fronte al porto per una birra e delle patatine, così sfrutto il wi-fi che in albergue non c'è.
Ritorno in quella che sarà per una sera la mia casa per prendere una felpa, comincia ad essere freddino e sento dei rintocchi alla porta.
Le regole dell'albergue sono chiare e scritte in inglese vicino alla porta,  tra tante c'è scritto anche che non si deve aprire a nessuno!
Ehm.. ed ora cosa faccio? Fuori aveva riniziato a piovere così ho mandato al diavolo le regole, e ho aperto.
E' una signora tedesca, che mi chiede come mai ero lì ecc. snobbandomi sul fatto che Fene e Pontedeume sono pochi km.
Si vabbè..questi tedeschi non si smentiscono mai!
Alle 16.30 chiamo il numero di telefono fuori dalla porta, perché eravamo in due e avevamo solo una chiave.
La signora al telefono mi dice che arriverà alle 18.00, che brutta organizzazione, intanto arrivano altre pellegrini tedeschi, ed ovviamente io mi sento sempre più in difficoltà per questa imbarazzante situazione da guardiana.
Finalmente sono arrivate le 18.00 paghiamo 5 euro per dormire, ci facciamo mettere il timbro, così ognuno con le sue chiavi può uscire tranquillamente.
Io vado al supermercato a comprare qualcosa da mangiare  per domani mattina e provo a cenare al bar del Porto con un appetitoso hamburger.

Stasera si dorme in 5 e domani sveglia alle 7.00 per Betanzos.




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